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Acciaio e città

25,00

Roma 1945-1980

Matteo Abita

L’acciaio, artefice di radicali metamorfosi dell’architettura moderna e contemporanea, è da sempre promotore di un’estetica nuova che privilegia leggerezza e trasparenza, qualità formali dissonanti in città come Roma in cui la storia millenaria è tradizionalmente rappresentata dall’immagine delle sue architetture secolari. Ma la storia della capitale annovera anche recenti e originali tentativi di rinnovamento in cui l’acciaio, la ghisa e il ferro diventano protagonisti in architetture capaci di instaurare con essa un dialogo mai banale.
Nei quattro capitoli del libro, ordinati secondo due criteri che rimandano all’ordinamento cronologico associato all’uso dell’acciaio e alla localizzazione delle opere, sono analizzate e descritte numerose architetture contraddistinte dall’uso esclusivo della costruzione metallica nei sistemi resistenti in un arco temporale di circa un secolo.
Un particolare approfondimento è dedicato al periodo tra il secondo dopoguerra e il 1980, quando la città vive una stagione di intensa attività costruttiva che affida all’acciaio la soluzione di specifici problemi tecnici e il soddisfacimento dell’esigenze di rappresentatività espresse dalla committenza pubblica e privata. Un libro che prova a mettere in primo piano tratti sconosciuti o poco noti del volto ferrigno della Capitale, Città Eterna e in continua trasformazione.

INDICE

Prefazione Renato Morganti
Introduzione

1. Prodromi. Marginalità di una nuova tecnologia
1.1. L’introduzione delle leghe ferrose nella città pontificia
1.2. L’utilizzo della ghisa e del ferro nella città vecchia della Capitale del Regno d’Italia
1.3. La realizzazione delle infrastrutture tiberine e periurbane nel periodo prebellico
1.4. Il cambiamento dello scenario a partire dal primo Dopoguerra
1.5. La sperimentazione occasionale del periodo autarchico
1.6. Marginalità tecnologica tra scarsità di risorse e inappropriattezza formale

2. Acciaio e margine antico
Esibizione e dissimulazione nel rapporto con la preesistenza
2.1. Prossimità e confronto con le Mura
2.2. I grandi magazzini La Rinascente di Piazza Fiume
2.3. La sede della Stet su Corso d’Italia
2.4. Il centro direzionale delle pensioni a Largo Labicano
2.5. Il Jolly Hotel a Porta Pinciana
2.6. I grandi magazzini Coin a Piazzale Appio
2.7. Il centro Cedet dell’Acea a Piazzale Ostiense
2.8. Esibizione tra ostentazione e razionalismo strutturale

3. Acciaio e quartieri fin de siècle. Assonanza e dissonanza nel rinnovamento edilizio
3.1. Consolidamento e trasformazione nella cintura esterna del centro storico
3.2. La sede dell’Enpam in Via Torino
3.3. La sede della Cassa di Risparmio di Roma in Via Cesi
3.4. La sede direzionale Rai su Viale Mazzini
3.5. Gli edifici per uffici e negozi su Viale Morgagni
3.6. La sede dell’Orur Cus in Via De Lollis
3.7. Gli uffici della Stet in Via Isonzo
3.8. Dissonanza tra stereotipo e affermazione

4. Acciaio e città nuova. Moderazione e retorica nella costruzione di un quartiere di moderna
fondazione
4.1. Sviluppo e completamento dell’Eur
4.2. Il centro direzionale dell’Eni su Viale dell’Arte
4.3. Gli edifici Esso-Sgi in Via Cristoforo Colombo
4.4. La sede dell’Imi su Viale dell’Arte
4.5. La torre Alitalia a Piazzale Giulio Pastore
4.6. La torre del Ministero delle Poste su Viale America
4.7. Retorica tra persuasione e tradizione

5. Conclusioni. Specializzazione tecnologica e atopia urbana
Postfazione Alessandra Tosone
Bibliografia
Fonti delle illustrazioni

Matteo Abita
PhD in Ingegneria Civile, Edile-Architettura e Ambientale, svolge in qualità di assegnista presso il Dipartimento DICEAA – L’Aquila, attività di ricerca sulla cultura della costruzione metallica e sugli strumenti digitali utili alla sua valorizzazione, i cui esiti sono stati pubblicati in riviste e atti di convegno a carattere nazionale e internazionale. Dall’a.a. 2019-2020 è docente a contratto del laboratorio progettuale del corso di Architettura Tecnica I (CLM in Ingegneria Edile-Architettura UE).

Informazioni aggiuntive

formato

16,8 x 24 cm

pagine

240

ISBN

978-88-96386-95-8

collana